Economist Impact: pubblicato oggi lo studio che identifica 12 tecnologie per ridurre l'impronta di carbonio nelle città

Published on 16th November 2021

Economist Impact (parte di Economist Group) ha pubblicato il nuovo report - Sustainable disruption: 12 decarbonising technologies for cities - in cui identifica e presenta le tecnologie che più di altre potranno contribuire a ridurre la carbon footprint delle città e, di conseguenza, le emissioni a livello globale.

Attualmente le città sono responsabili di oltre due terzi del consumo di energia a livello mondiale e generano più del 70% delle emissioni globali di CO₂.   

Nella ricerca, commissionata dallo studio legale internazionale Osborne Clarke, Economist Impact ha analizzato un totale di 26 tecnologie. Per ognuna ha analizzato l’attuale livello di utilizzo e di investimento in dieci città dislocate in tutto il globo, queste ultime selezionate perché hanno emissioni di gas serra relativamente alte (secondo l'ONU) e si sono impegnate a raggiungere la carbon neutrality - la maggior parte entro il 2050.  Il rapporto si concentra su 12 delle 26 tecnologie.  

Alcune delle 12 tecnologie sono già destinatarie di ingenti quantità di investimenti, o sono facilmente scalabili, e tutte hanno il potenziale per aiutare le città a raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio prefissati.  Molte permetteranno di creare nuovi posti di lavoro, abbassare i costi dell’energia per i residenti e migliorare la qualità della vita in generale.

Le principali conclusioni

Secondo il report, le tecnologie che supportano l'efficienza in tre settori chiave - edilizia e costruzioni, infrastrutture delle città e trasporti - avranno il maggiore impatto sul processo di decarbonizzazione urbano.  Queste includono le pompe di calore ad alta efficienza, i sistemi di teleriscaldamento/teleraffreddamento e gli smart grid e smart meter (reti e contatori intelligenti). Tutte e tre migliorano l'efficienza energetica e ottengono, all’interno della ricerca, un buon punteggio in termini di impatto.

Le nascenti tecnologie "smart" (come i veicoli autonomi (AV), la mobility as a service e i digital twin) potrebbero contribuire a ridurre le emissioni di gas serra, ma le prove della loro efficacia sono ad oggi frammentarie e necessitano di ricerche più rigorose.  Il loro impatto sarebbe notevolmente migliorato se ad alimentarle fossero fonti di energia rinnovabile.

Tutte le tecnologie necessitano di maggiori investimenti pubblici e privati, congiuntamente a più incentivi normativi, politici e finanziari.  Nelle dieci città prese in esame, sono stata identificate politiche di sostegno o finanziamenti solo per una media di 16 delle 26 tecnologie studiate.

La mancanza di politiche di incentivazione, per esempio, sta influenzando negativamente l'adozione di alternative al cemento e calcestruzzo a basse emissioni di carbonio.  Il cemento è, a livello globale, il maggior prodotto fabbricato per massa ed è responsabile dell'8% delle emissioni globali di CO₂.  Al contrario, gli obiettivi nazionali/regionali sostenuti da fondi pubblici hanno giocato un ruolo vitale nella diffusione dei contatori e delle reti intelligenti. 

Altre tecnologie che hanno un alto potenziale di impatto e scalabilità ma che ricevono basse quantità di finanziamenti sono la waste robotics e le tecnologie vehicle to grid (V2G).  I fondi pubblici hanno aiutato ad avviare la diffusione dei veicoli a idrogeno, delle pompe di calore ad alta efficienza e dei sistemi di teleriscaldamento/teleraffreddamento ma, per radicarsi nelle città prese in esame, richiedono investimenti molto maggiori.

Le soluzioni high-tech e "smart" tendono ad attrarre il maggior numero di investimenti o il maggior numero di investitori.  Tali soluzioni includono gli AV, le unified communication e i contatori/reti intelligenti. Le azioni più importanti che le amministrazioni, su scala nazionale e municipale, possono intraprendere nel settore dell'edilizia e delle costruzioni sono incoraggiare la riqualificazione energetica degli edifici esistenti e introdurre nuovi e più severi standard per le nuove costruzioni.

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